Andrea Marchesini: l’intervista per Arscode 2.0

Circa 200 artisti sono coinvolti nella nuova edizione di Arscode il gioco dell’arte.
Davvero uno sforzo notevole, in termini di relazioni e di produzione. Ma, come sempre, le grandi avventure sono il nostro pane quotidiano…

Così, con l’obiettivo di voler dare voce agli artisti stessi, abbiamo pensato di realizzare piccole interviste, per far conoscere più in profondità la loro poetica e le opere con cui giocheremo… Con frequenza almeno settimanale, cercheremo di essere puntuali per presentarvi un artista in un dialogo diretto. Ci piace pensare che, giocando con le loro opere, possiate appassionarvi sempre di più ed individuare i vostri artisti preferiti!

Proseguiamo le nostre interviste a cadenza settimanale con Andrea Marchesini!

 

Nell’attuale società, quale è e, soprattutto, quale dovrebbe essere il ruolo di un artista?
È una domanda che mi sono posto molto frequentemente e ogni volta sono giunto alla stessa conclusione ovvero l’artista deve adeguare il proprio respiro a quello della realtà che ci circonda ascoltando e facendo proprio il “silenzio” e deve dare dei tempi diversi da quelli comunemente percepiti.
Attraverso un percorso complesso che richiede consapevolezza di sé, coraggio e determinazione a vivere in modo coerente con la propria natura, pur consapevole delle dinamiche sociali che lo circondano deve sempre essere alla ricerca di autenticità con un equilibrio tra pensieri, sentimenti e azioni che gli permettono così di vivere in modo vero evitando l’incongruenza tra il sé reale e il sé ideale pervenendo così ad esprimere una personale visione.

Se potessi viaggiare nel tempo, dove andresti e perché?
A questa domanda rispondo che mi sento molto a mio agio in questo momento storico, nel qui e ora sia a livello artistico che umano.
Sono convinto che tutti i periodi storico-artistici siano estremamente affascinanti ognuno con le proprie particolarità.
Sebbene proprio perché l’arte contemporanea è una conseguenza dell’arte degli anni sessanta e  settanta del novecento la guardo con particolare attenzione.
Quello che più mi affascina di quel periodo è che molti artisti si concentrano su un concetto di creatività che esaltava il valore delle idee piuttosto di quello del “fare” rinnegando l’uso delle tecniche artistiche tradizionali.
Un periodo storico unico, pregno di vivacità artistica e intellettuale.
Sono comunque ben consapevole che l’artista vive dentro se stesso un tempo che gli consente di rivivere sensazioni passate, presenti e future e che è completamente personalizzato dalla sua sensibilità e intuizione.

Quali sono i materiali che ami utilizzare?
Quando si fa riferimento ai materiali nel mio lavoro è implicito il concetto di “tempo” inteso come tempo soggettivo, della coscienza, dell’esistenza personale. Il tempo della vita interiore che scandisce quello effettivamente vissuto.
In sintesi utilizzo tessuti antichi e di riciclo perché pregni di quell’energia psichica che solo il tempo unito alla materia sa generare.
Il mio lavoro si basa su strati di colore e lacerti di tessuto che singolarmente non hanno un senso razionale ma che uniti insieme generano un “unicum”, una forma molto spesso antropomorfa fatta di singole percezioni, ricordi e intuizioni provenienti da qualche parte e da nessuna parte e sempre in movimento in quanto vedo il dinamismo come vita mentre percepisco la staticità come fine.
La mia ricerca artistica non prevede l’uso di nessun materiale pittorico specifico bensì l’unione di essi dosati nelle singole parti.

Quale è la prima cosa che ti viene in mente se dico “giochi da tavolo”
La prima cosa che mi viene in mente pensando ai “giochi da tavolo” è la parola “aggregazione” sia di tipo culturale che sociale.
La seconda è “strategia” cioè un ragionamento approfondito e attento che non si limita a seguire una regola ma che cerca di prevenire le mosse altrui.

Le Carte con le opere di ANDREA MARCHESINI sono inserite in queste scatole

Andrea Marchesini: l’intervista per Arscode 2.0
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